Nell’immaginario comune il tossicodipendente o tossicomane ha delle caratteristiche specifiche. È generalmente associato a persone in svantaggio sociale o al contrario a persone facoltose che si perdono nel delirio di onnipotenza e che utilizzano le droghe per superare momenti di decollo. La filmografia è piena di entrambi gli esempi, ma la comprensione e le sfaccettature della tossicodipendenza vanno ben oltre questi luoghi comuni.
Probabilmente c’è chi si chiede se la tossicodipendenza sia una malattia, quindi se vada catalogata e trattata come tale. Il termine malattia assume molte sfaccettature nel collettivo: generalmente nelle malattie rientra una patologia fisica, non connessa alla propria volontà, e che si può o meno curare con i farmaci. Al tossico attribuiamo caratteristiche di volontà e le patologie derivanti ne sono diretta conseguenza.
Anche a livello medico è un tema molto dibattuto. Il DSM-5 la definisce come “Una modalità patologica d’uso della sostanza che conduce a disagio o compromissione clinicamente significativi, come manifestato da almeno due delle condizioni seguenti, che si verificano entro un periodo di 12 mesi “ ed elenca poi le condizioni necessarie.
Con il termine di tossicodipendenza l’OMS definisce la condizione che spinge l’individuo, in maniera più o meno coatta, ad assumere sostanze (droghe) a dosi crescenti o costanti per avere temporanei effetti benefici soggettivi, la cui persistenza è indissolubilmente legata alla continua assunzione della sostanza, con conseguenze nocive per l’individuo e la società.
Il termine tossicodipendenza ha sostituito gradualmente il precedente di tossicomania.
Per tossicomania si intende (OMS) “Uno stato di intossicazione cronica o periodica prodotto dal consumo ripetuto di una droga naturale o sintetica”. La costante nelle definizioni è un abuso e la componente psicologica. Sono molti i centri che si occupano di tossicodipendenza sia a livello pubblico che privato e varie sono le terapie a seconda del livello di gravità e di compromissione.
Ad oggi quello che è imperante a prescindere dalla categorizzazione esiste il diritto alla cura e alla presa in carico delle famiglie.
Lo sapevi che:
Secondo la Relazione annuale diffusa dalla direzione centrale per i Servizi antidroga (Dcsa) laa marijuana resta la sostanza stupefacente maggiormente consumata. I consumatori di cannabis appartengono al 25,3% alla fascia di età compresa tra i 20 e i 24 anni, il 19,92% a quella maggiore ai 40 anni e il 16,80% a quella compresa tra i 25 e i 29 anni. I più giovani, i minorenni, rappresentano il 6,33% del totale. In aumento inoltre l’uso delle droghe sintetiche. I consumatori di droghe sintetiche appartengono per il 26,17% alla fascia di età maggiore ai 40 anni, il 17,62% a quella compresa tra i 30 e i 34 anni e il 16,58% a quella compresa tra i 25 e i 29 anni. I più giovani rappresentano il 3,89% del totale dei denunciati per queste sostanze a livello nazionale.
Dubbi e domande:
Anonima,
Ha cominciato per gioco, ma credo sia diventata una dipendenza…
Ciria, 16 anni
Una persona come può far in modo di superare la dipendenza?…
In questa scena del film “Beautiful Boy“, Nick parla di come è riuscito a uscire, grazie all’aiuto del padre, dal tunnel della tossicodipendenza…